In questi giorni ricorrono due date importanti la morte di Giovanni Francesco Rodari, detto Gianni (Omegna 23 ottobre 1920 – Roma 14 aprile 1980), che è stato uno scrittore, giornalista, poeta e pedagogista; tra le sue opere una rilevanza maggiore, anche a livello internazionale, avranno quelle per l’infanzia. Vogliamo ricordare che è stato l’unico scrittore italiano ad aver vinto il premio letterario Hans Christian Andersen* (1) intitolato al famoso favolista danese (autore di favole immortali come: il soldatino di stagno o La sirenetta) che viene conferito a chi porta “un contributo duraturo alla letteratura per l’infanzia e la gioventù “, parlavamo di due date importanti perché questo premio lo vinse il 16 aprile del 1973. Il premio istituito nel 1956 e che oggi conta anche della categoria illustratori, è considerato a ragione una sorta di Nobel della letteratura per l’infanzia; viene consegnato ai vincitori dal sovrano di Danimarca in persona, con tanto di medaglia d’oro e diploma di merito.
Ma noi vogliamo qui ricordare anche il compagno Gianni Rodari perché nella sua vita la scelta politica è stata portata avanti con la stessa coerenza e lo stesso impegno di quella letteraria, lui che la madre avrebbe voluto seminarista, in seminario ci restò ben poco; ben presto avrebbe conosciuto gli orrori della guerra che gli portò via i suoi due migliori amici e il fratello deportato in Germania. Gianni Rodari nel 1944 fece la sua scelta e si iscrisse al Partito Comunista.
Vive questa sua scelta con passione, il suo anti-fascismo lo porterà ad essere definito da una parte della chiesa cattolica “un ex-seminarista divenuto diabolico”.
Subito dopo la guerra dirige il giornale Ordine Nuovo della Federazione di Varese del PCI, fino a quando nel 1947 viene chiamato all’Unità a Milano, dove diventa prima cronista, poi inviato speciale, e nel 1950 il partito lo chiama a Roma a dirigere insieme ad un’altra partigiana Dina Rinaldi il settimanale per bambini, il Pioniere, il cui primo numero esce il 10 settembre 1950.
Da qui Rodari non fermerà più la sua fervida fantasia nello scrivere e continuerà a sfornare una dopo l’altra, per i bambini, favole, filastrocche, racconti che gli varranno fama internazionale; in Unione sovietica le sue opere saranno conosciutissime tanto da ispirare alcune serie di cartoni animati
In Italia alla fine degli anni ’50, scrisse persino un programma televisivo dedicato ai bambini in età rescolare, Giocagiò. Il programma mostrava ai più giovani come costruire semplici giochi con gli oggetti che si possono trovare in casa; prendersi cura di una piantina; realizzare piccoli esperimenti scientifici Ma non smetterà accanto a questo anche il suo impegno politico
Alla fine del 1958 Rodari lascia l’Unità, inizierà a scrivere corsivi sotto lo pseudonimo di Benelux su Paese Sera, giornale di sinistra, ma non di partito e qui Gianni Rodari troverà la massima libertà di espressione di cui un uomo creativo e non assimilabile ai linguaggi ufficiali, sente la necessità di avere. È un giornale di sinistra ma non ha le responsabilità e le chiusure dell’organo di partito. Rodari qui si trova completamente a suo agio. Sulla prima pagina di Paese Sera in basso il corsivo di Benelux sarà il piatto prelibato della lettura, l’antipasto sfizioso dove alternerà, ironia, denunce sociali, pezzi di costume, analisi della vita sociale, attraverso episodi insoliti, divertenti o drammatici che vanno sempre alla scoperta di ciò che si muove nella società, senza mai dimenticarsi della difesa dei più deboli e della sua scelta sempre coerente di stare dalla loro parte. Lo farà sempre con buon gusto e soprattutto con parole semplici che possano arrivare a tutti e i lettori di Paese Sera decreteranno il grande successo di quegli indimenticabili corsivi
Gianni Rodari ci lascia un immenso patrimonio di opere e ne vogliamo ricordare solo una parte: la ricchissima produzione in versi, tantissime le inimitabili filastrocche (Il libro delle filastrocche, 1951; Filastrocche in cielo e in terra, 1960) dove la sua straordinaria abilità nel giocare con le parole si sposa con una grande abilità linguistica. Tra le opere di narrativa per ragazzi ricordiamo: Il romanzo di Cipollino (1951), Il viaggio della Freccia Azzurra (1954), La torta in cielo (1966), e soprattutto C’era due volte il barone Lamberto (1978). Non si possono dimenticare certo le tante fiabe e novelle che hanno avuto grande successo su tutte ci piace ricordare la raccolta di fiabe brevi Fiabe al telefono, 70 fiabe brevissime, per le quali l’autore da sfogo alla sua fantasia e nella sua geniale inventiva immerge il lettore nella più tenera atmosfera narrativa: Il ragionier Bianchi, di Varese, viaggia in giro per l’Italia, la sua bambina però non vuole addormentarsi senza una fiaba del papà ed ecco che la straordinaria fantasia di Rodari racconta come tutte le sere, lui la chiama al telefono e le racconta una nuova fiaba: altrimenti lei non dormirebbe. Le fiabe sono brevi perché chiamando tramite centralino e non avendo il ragioniere tanti soldi deve essere conciso Ma sono fiabe “proprio belline”, scrive Rodari, tanto che le signorine del centralino, sospendono tutte le altre telefonate per fermarsi anch’esse ad ascoltarle.
Ma la sua opera più importante rimane la Grammatica della Fantasia con la quale Gianni Rodari così si rivolge al lettore: “a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione. A chi ha fiducia nella creatività infantile. A chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola”.
Sin qui per le opere. Per la sua vita c’è ancora da aggiungere che è stato esempio di intellettuale coerente e rigoroso, pur operando nel mondo della fantasia. A tal proposito ci piace ricordarlo con una breve filastrocca che ne testimonia anche l’impegno educativo e pedagogico in ogni occasione.
“Ci sono cose da fare ogni giorno: / lavarsi, studiare, giocare, | preparare la tavola a mezzogiorno. / / Ci sono cose da fare di notte: | chiudere gli occhi, dormire, / avere sogni da sognare, / orecchie per non sentire. / Ci sono cose da non fare mai, / né di giorno né di notte, / né per mare né per terra: / per esempio la guerra.”
Roberna 16/04/2021
- (1) Da non confondere con l’edizione italiana del premio molto più recente