Iniziamo con quella che segue una serie di interviste al mondo dell’associazionismo e del volontariato.
Riteniamo infatti essenziale nel nostro progetto avere un quadro di tutte quelle realtà che, pur con sensibilità diverse, operano nei territori nell’ambito del sociale e della solidarietà. Crediamo sia questa una platea irrinunciabile con cui collaborare nel tentativo di ricostruzione di un sistema valoriale di sinistra e ci auspichiamo, ove condizioni e condivisione degli obiettivi lo consentano, la più ampia partecipazione e collaborazione.
Solo con la presenza e la relazione con i territori sarà possibile modificare il corso delle cose.
Per chi volesse approfondire la conoscenza del Tavolo Interculturale, forniamo di seguito il link ad un documento che ne traccia la storia e le iniziative intraprese
Abbiamo posto all’Associazione alcune domande:
- Come si è sviluppato il Tavolo Interculturale di Torre Angela?
In un’assemblea di quartiere del 2004 (?) ci si interrogò sulle urgenze e si formarono due gruppi: uno composto soprattutto da commercianti che si occupò di illuminazione e di fondo stradale, l’altro che cominciò ad interrogarsi sulla presenza sempre più numerosa di migranti e, in un tempo successivo, sulla loro INTERAZIONE. Da quest’ultimo gruppo nacque il TITA.
- Quali sono i progetti presenti e futuri?
Interrogarsi sulle ragioni delle partenze dei migranti dai paesi di origine, aiutarci e aiutare le persone con cui veniamo in contatto a percepire l’altro non come portatore di problemi, ma di risorse, in uno scambio reciproco, favorendo l’incontro di persone e gruppi di diverse etnie, fedi, culture.
Tale incontro, in passato, lo abbiamo realizzato attraverso proiezioni di film, testimonianze, confronti a tema…. e anche nella scuola di italiano per migranti, con un’attenzione particolare ai più poveri di mezzi e di cultura. Abbiamo anche organizzato feste interculturali e partecipato a feste del Parco Calimera, con spettacoli teatrali, una “biblioteca vivente” (in cui alcuni migranti hanno raccontato il loro viaggio), balli e musiche di altri paesi… Abbiamo infine realizzato un libro per le scuole: “Nelle nostre radici… le nostre ali”, nel quale sono presenti interviste, racconti, poesie, proverbi, disegni… di diversi paesi del mondo, uno per capitolo, e due capitoli dedicati rispettivamente alla migrazione italiana e al mondo rom.
Negli anni abbiamo tentato di far interagire persone di provenienze diverse. In alcuni periodi alle riunioni del TITA hanno partecipato persone provenienti da paesi diversi e l’interazione che c’è stata ha portato ricchezza di sguardi diversi sui temi affrontati. In altri periodi, in particolare negli ultimi anni, non siamo riusciti a coinvolgere molte persone di provenienze diverse, ma non abbiamo smesso di cercare questo coinvolgimento.
- Quale il vostro rapporto con le istituzioni e le forze politiche?
Uno di noi, Kingsley Oparah, è stato consigliere aggiunto al Municipio VI (ex VIII) al servizio dei migranti del territorio.
L’ARQA (Associazione Rinnovamento Quartiere Arcacci), associazione capofila di una serie di associazioni che si riuniscono nei locali del Parco Calimera di Torre Angela, ha continui contatti con gli assessori del Municipio. Le associazioni, in cambio dell’utilizzo dei locali per le loro attività, si impegnano nella pulizia e nella manutenzione ordinaria del Parco.
I partiti politici, tutti, sono ugualmente assenti… unica presenza visibile sono i manifesti elettorali per le elezioni politiche e amministrative.
- Quale la composizione del quartiere e l’interazione tra i diversi gruppi etnici?
Torre Angela conta circa 80000 persone. La maggior parte della popolazione è costituita da migranti del centro e del sud Italia che, tra gli anni ’50 e gli anni ’80, hanno costruito nei fine settimana le loro case per sé e per i propri figli: tutti i membri della famiglia contribuivano all’edificazione della casa secondo le proprie forze. Una volta costruite le case, la necessità di scuole, strade, autobus, acqua, illuminazione ha spinto gli abitanti della borgata a superare i conflitti e le tensioni regionali per unire le forze. Non tutti i figli di queste famiglie, una volta adulti, sono rimasti a Torre Angela, e gli appartamenti liberi sono stati affittati a migranti provenienti da diverse parti del mondo. Nella borgata sono attualmente presenti circa 70 etnie. Ora è necessaria una nuova interazione tra gli abitanti provenienti da tutto il mondo, per creare una società capace di utilizzare le tante risorse interne e dare vita ad un quartiere capace di armonizzare patrimoni culturali e intelligenze per un nuovo futuro in cui tutti abbiano un posto e un ruolo attivo.
- Quali sono i problemi più spinosi?
Proprio i problemi più spinosi possono essere l’occasione per andare al cuore della vita.
I nostri cellulari possono isolarci e chiuderci in una vita fatta di input e di news continui o possono diventare il mezzo per comunicare, conoscere, riflettere, interagire…
Lo spostamento di singole persone e di interi popoli può impaurire di fronte a ciò che non conosciamo, alle diversità, alla perdita di radici o può essere l’occasione per conoscere il nostro pianeta, culture o fedi lontanissime dalle nostre, che permettono di ripensare i nostri valori e approfondirli…
La crisi ecologica può generare paura e angoscia o può essere l’occasione per conoscere meglio la natura, la sua preziosità, la necessità di interagire con essa nel pieno rispetto…
Fedi diverse possono essere l’occasione di arroccamenti oppure l’opportunità per cogliere la complessità di ogni fede e la ricchezza di vite vissute camminando, approfondendo, dialogando, scoprendo nuove risorse…
Intervista importante dalla quale possono sortire riflessioni di prospettiva circa il ruolo dell’associazionismo in realtà nelle quali l’immigrazione non è un fenomeno di questi tempi. Spero che altre possibilità di scoperta del mondo associazionista ci siano riservate con altre interviste di questo tipo.