Continuiamo la nostra carrellata di interviste al mondo delle associazioni impegnate sui territori.
E’ il turno dell’Associazione Culturale Enrico Berlinguer, una importante realtà che da una decina d’anni opera in ambito culturale, curando la memoria storica del Partito Comunista Italiano, offrendo i propri spazi a tante associazioni e sensibilità del territorio. Ha sede in via Opita Oppio 24 a Roma. Quello che segue è stralcio della presentazione tratta dal loro sito:
Più di una volta, con altri compagni, abbiamo cercato di ridefinire la storia del PCI romano, attraverso documenti, verbali, altri materiali utili a una ricostruzione fedele, che avesse a cuore la valorizzazione del lavoro di decine di migliaia di militanti, lavoro caduto nell’oblio, quando non vituperato, come è accaduto dal 1989 in poi. Il risultato di tale ricerca, che aveva come sbocco una pubblicazione, è stato sostanzialmente nullo, anche se ancora speriamo per nostro demerito. Difficoltà a reperire qualsiasi materiale, forse andato perduto tra i vari passaggi di gruppi dirigenti e sedi. […]
[…] andando a ricostruire collettivamente gli anni che vanno dal 1976 allo scioglimento del PCI. Questa esigenza diffusa é anche testimoniata dai diversi lavori che in diversi territori si sono fatti per ricostruire storie di lotte, dirigenti e di popolo. E allora la mancanza di contributi e materiali specifici verrà compensata proprio dalle testimonianze dirette dei tanti protagonisti di quegli anni. Dei militanti e dirigenti di ogni livello che hanno fatto la storia del partito romano, la nostra storia. Compagni oggi sparsi nelle varie organizzazioni della sinistra o, peggio, ritiratisi in silenzio, ma con il cuore e la testa invasi dalle tante domande e tanti dubbi sulla fase che stiamo attraversando, sospesi tra crisi della rappresentanza, disuguaglianze crescenti e mutamenti sociali epocali. […]
Sono anni che, con ogni probabilità, ancora non sono stati compresi a fondo per gli effetti che hanno avuto, nel bene e nel male, per la democrazia e la crescita nazionale. In particolare non è stato del tutto compreso l’importante contributo che il movimento popolare, e su tutti il PCI, ha dato in quegli anni. Il PCI una grande comunità solidale, ovviamente non esente da limiti ed errori, piena di passione politica, di valori e ideali. […]
[…] Offriamo qualche spunto:sono gli anni, a livello nazionale, del compromesso storico, del governo di unità nazionale, dell’attacco terroristico nero e rosso, dell’alternativa democratica e della questione morale, delle grandi battaglie civili del divorzio e dell’aborto, della scala mobile, dell’elezione di Natta e poi di Occhetto fino allo scioglimento del PCI, decisione sofferta e contrastata con una grande e appassionata battaglia politica nella città. A Roma sono stati gli anni dell’affermazione alla Regione, al Comune di Roma e alla Provincia, gli anni quindi delle giunte rosse, dell’esperienza dei Sindaci delle giunte di sinistra ed in particolare di Luigi Petroselli, ma anche dell’appannamento dell’esperienza e della sconfitta dell’85. Sono stati a Roma gli anni di un grande partito di massa, di decine di migliaia d’iscritti, di tantissimi militanti e dirigenti, di oltre 160 sezioni profondamente radicate nella città, delle grandi giornate di diffusione de L’UNITÀ, di grandi movimenti di massa, come quello dei giovani che parte con l’esperienza dei comitati unitari, o quello delle donne, della pace e tanti altri movimenti legati alla qualità della vita nella città, dalla casa, ai servizi, alle periferie. […]
Quello che segue il video dell’intervista
ATTENZIONE:
completeremo l’intervista con le domande testuali poste all’Associazione non appena il compagno Duilio riuscirà a ritagliarsi il tempo necessario per recapitare le stesse alla nostra Redazione.
Dum spiro, spero.