Dopo 8 mesi dall’insediamento del governo Draghi, si può certamente affermare che la lunga ovazione nei suoi confronti al convegno della Confindustria, sia la conseguenza naturale maturata dalle scelte effettuate da Palazzo Chigi.
La pioggia di miliardi distribuita nelle tasche di coloro che con le loro scelte industriali hanno determinato e determinano, l’impoverimento e i licenziamenti delle classi lavoratrici, l’aumento della precarietà (in proiezione futura sempre più unica forma di lavoro esistente), una totale mancanza di visione del futuro, se non quella del massimo profitto personale, fanno intendere a cosa si riferiva la “nomenclatura” italiana, quando parlava del governo dei migliori.
L’ allentamento dei lacci e lacciuoli sugli appalti, la reiterazione dell’uso del fossile come principale fonte energetica, le mancate garanzie sulle politiche del lavoro, con le promesse fumose e tutte da verificare di una riforma del welfare e degli ammortizzatori sociali, dimostrano che la classe padronale ha trovato un diretto rappresentante a capo del governo, con i partiti politici, starnazzanti soggetti che si mettono in mostra, ormai trasformati nel ruolo di passa carte dei veri padroni del nostro futuro.
Voglio azzardare una previsione!
Sono tanti i soldi da gestire nei prossimi anni. Noi classi subalterne non abbiamo un effettiva rappresentanza politica nelle istituzioni. I grandi poteri economici vogliono la “governabilità”, quella che gli garantisce di fare affari in santa pace.
La grande “balena bianca” sta salpando in queste ore, aspettando l’arrosto di Salvini, per iniziare la navigazione in quel mare calmo, dove la pesca è più tranquilla e fruttuosa, dove i pescatori di sempre hanno trovato nel capitano Draghi, la loro più sicura guida.
Ah dimenticavo! A noi rimarranno i pesci di seconda e terza scelta: cerchiamo di farli fruttare per una buona e saporita zuppa, ormai attesa da anni! Nel fiorentino qualche lavoratore ha cominciato a cucinarla, i giovani di Friday for Future stanno imparando, facciamo sì che non si sentano soli ai fornelli.