L’Europa, per affrontare il grave problema dell’inquinamento fossile, si pone come obiettivo la riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030, rispetto a quelle del 1990.
Se si vuole affrontare seriamente il problema si deve necessariamente puntare, come minimo:
- ad una drastica sostituzione dei combustibili fossili, con energie pulite e rinnovabili;
- alla trasformazione del riscaldamento termico degli edifici;
- ad un sistema di trasporti e mobilità verdi;
- alla riconversione dell’industria e dell’agricoltura verso modelli con minori consumi energetici.
Per fare questo i fondi europei del Next Generation Eu, che ammontano complessivamente a 750 miliardi di Euro e di cui un terzo viene destinato alla cosiddetta transizione verde, risultano essere insufficienti ad affrontare le grandi trasformazioni necessarie ad un reale cambiamento di passo nelle politiche ambientali.
Bisogna ricordare, dato che dai mass media più importanti non viene mai menzionato, che oltre ad essere un investimento una tantum, questi fondi provengono dai mercati e dovranno essere restituiti dagli Stati. Lascio immaginare a voi chi sarà a restituirli.
Si deve anche tenere conto che il Trattato di Maastricht è stato solo sospeso temporaneamente a causa della pandemia e che i vincoli per la riduzione del debito pubblico, sul quale ricadrà l’onere degli investimenti, porteranno ad un loro futuro accrescimento, con il nostro Paese che potrà raggiungere il rischio di bancarotta.
Inoltre, molte autorevoli fonti economiche calcolano, che per abbandonare definitivamente l’uso dei combustibili fossili, servirebbero circa 500 miliardi di euro l’anno (70 solo per l’Italia).
Ma come reperire queste risorse? Come procedere in maniera urgente e definitiva verso una transizione ecologica non più rinviabile?
Il singolare Ministro della transizione ecologica Cingolani, che sarebbe più corretto chiamare dell’immobilismo e che è annoverato, con validi motivi, nel contesto di quei politici del “bla, bla, bla” da Greta Tumberg, in una delle sue numerose e colorite esternazioni, ha sottolineato il fatto che per fare una vera e propria transizione, si rischierebbe la bancarotta economica.
Noi da tempo sottolineiamo con forza che per vivere in una società giusta, pacifica e dove sia rispettata la natura, sia necessario un percorso verso il superamento del capitalismo, dove la politica torni a fare il proprio mestiere, togliendosi dalle sabbie mobili dei mercati e mettendo al primo posto il benessere di tutti. Per noi non c’è nulla di nuovo sotto questo cielo!! Va cambiato questo sistema economico!!
Però in un certo senso, forse tradito dal suo ormai conosciuto impulso logorroico, il Ministro ha detto la verità.
Le principali banche europee hanno tra i loro bilanci di attivi finanziari, circa 500 miliardi legati alle energie fossili che rappresentano per loro il 95% dei fondi.
Se la transizione ecologica dovesse avere il suo necessario e più rapido possibile corso, come l’urgenza climatica e ambientale richiede, tali banche fallirebbero. Ecco uno, se non il principale, motivo delle scelte soft che i governi europei adottano nei confronti di una catastrofe annunciata da migliaia di scienziati nel mondo.
Nel 2015 il nostro Presidente del Consiglio, quando era Governatore della Bce, lanciò il Quantitave Easing, volto ufficialmente a rilanciare l’economia, in realtà era un vero e proprio “bazooka” di centinaia di miliardi, per acquistare i titoli tossici e i debiti contratti dai banchieri e dai loro finanzieri creativi. Una realtà dimostrata dal fatto che questi soldi non hanno migliorato di una virgola né gli indici economici, ma soprattutto, le condizioni di vita materiali delle classi subalterne. Si teme, dall’esperienza acquisita negli anni trascorsi, che siano finiti nelle “solite” tasche.
Quindi, come anche la crisi pandemica ha dimostrato, per urgenti e comprovati motivi, le risorse finanziarie si possono reperire e la Bce può intervenire con l’immissione di moneta a qualsiasi livello.
Non è forse un urgente o comprovato motivo quello dei danni climatici irreversibili, dell’innalzamento dei mari annunciato, del pericolo di una possibile estinzione dell’essere umano?
La Bce può tecnicamente intervenire per emettere Eurobond o Recovery Bond, garantiti dalla solidità dell’eurozona. Può acquistare i titoli attivi fossili in possesso delle banche, chiedendo come garanzia l’impegno a non investire nel futuro e a dismettere gli investimenti in energia fossile.
Questo deve essere necessariamente inserito in un contesto di revisione complessiva del debito degli Stati, che modifichi radicalmente i Trattati di Maastricht e che può avvenire solo in presenza di una chiara volontà politica.
Bisogna anche ricordare che le risorse investite farebbero sì che un’economia davvero trasformata, potrà avere un notevole impulso, creando milioni di nuovi posti di lavoro “verdi”, 6 milioni solo nell’agricoltura.
Sapete, si può fare tutto questo!
Sappiate, anche, che chi genera profitto per le sue tasche, non lo farà mai!
Nel passato più recente e remoto, più volte gli esseri umani hanno cambiato il corso della storia, per non fare un salto nel buio. Cambiare si può, ma ci deve essere la volontà di farlo.
I movimenti giovanili ecologisti nel mondo hanno suonato la sveglia, sta a tutti noi alzarci in piedi e percorrere nuove strade per il benessere dell’umanità.
Se il mondo lo hanno rovesciato per i loro interessi, rovesciamolo a beneficio di quelli di tutti!