Come cambiare il nostro rapporto con la natura? Questa è la domanda fondamentale che attraversa tutto il sogno ecologista della sinistra. Nella seguente intervista si parte proprio da qui, in particolare dalla messa a critica dei presupposti necessari per attuare un tale mutamento. Basterà attuare una serie di riforme mirate, mantenendo invariato il modo in cui viviamo quotidianamente l’ecosistema, oppure bisognerà mettere in atto una vera e propria rivoluzione? Per parlare di eco-socialismo, e di nuovo patto tra umanità e natura, basterà una pianificazione economica o sarà necessario andare verso una nuova ecologia della mente? Appare evidente che il nostro modo di stare al mondo è antropocentrico, e la natura si muove intorno a noi. Eppure c’è la sensazione, visti i disastri ecologici ed i processi di desertificazione, disboscamento massivo, cementificazione e quant’altro, che vi siano una serie di contraddizioni nella conoscenza che abbiamo delle altre forme di vita sulla terra. Tale sapere è capace solo di fermarsi all’utile, al conveniente in termini materiali e riproduttivi per l’umanità (un insieme tutt’altro che riconosciuto come coeso tra l’altro), o è capace d’instaurare un rapporto sincero, disinteressato, e curioso dell’altra soggettività? Queste, ed altre, le questioni che abbiamo posto a Sergio Gentili.