Al Quirinale serve “una figura istituzionale di garanzia, super partes, non un capo politico divisivo, ma una figura di unità. Quella del centrodestra è una scelta profondamente sbagliata, di candidare il capo politico più divisivo che possa esserci. Ogni capo politico è divisivo, ma quando pensiamo a Silvio Berlusconi e la storia di questi ultimi 25 anni è difficile pensare a un capo politico più divisivo di lui”.
La mia iniziativa – ha detto Letta – è per un patto di legislatura che consenta al Paese di completare la legislatura nel tempo naturale, con il voto nella primavera del 2023, sull’elezione di un presidente della Repubblica super partes, di garanzia per tutti e la scelta forte di dare energia perché nei prossimi 14 mesi siano realizzate le riforme per una buona politica, che è possibile. Ognuno faccia una scelta di coraggio e generosità che verrà ripagata dagli italiani, ognuno esca da steccati e fortilizi”.
Comunque la si voglia interpretare questa dichiarazione, balza agli occhi che davanti all’indignazione profonda di molti sulla proposta di candidatura di Silvio Berlusconi a capo dello stato, il capo del PD eviti accuratamente di usare i termini precisi riferibili a questo personaggio per ricorrere ad un eufemistico “divisivo”.
Vorremmo ricordare a Letta e a tutti quelli che non lo sanno o fingono di non saperlo che il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale come ci ricorda l’articolo 87 della Costituzione, come rappresentante di questa unità egli ha il compito di vigilare sul rispetto della Costituzione Italiana, tanto da poter decidere di bloccare quei decreti legge che appaiano in palese contrasto con la Costituzione, può rinviare alle Camere una legge già approvata in Parlamento facendo dei rilievi che invitino il Parlamento stesso a migliorarne la stesura e la deliberazione, può emanare decreti aventi valore di legge. Inoltre il Presidente della Repubblica è a capo del consiglio superiore della magistratura.
Un ruolo decisivo lo svolge assegnando l’incarico per il mandato di formare un nuovo governo dopo lo svolgimento delle elezioni, così come svolge un ruolo decisivo in caso di crisi di governo decidendo il rinvio alle camere o l’eventuale scioglimento e indice nuove elezioni.
Una figura essenziale quindi che deve avere irrinunciabilmente un alto profilo morale e una indiscussa fedeltà ai principi costituzionali.
Per questo si rimane basiti davanti alla dichiarazioni di Enrico Letta per lui Berlusconi è semplicemente divisivo come lo sarebbe (sono parole sue qualsiasi leader di partito).
No caro Letta non è così, avresti dovuto ricordare che siamo di fronte ad uno che:
- è stato condannato a quattro anni, in via definitiva, per una frode fiscale di 368 milioni di dollari (1 agosto 2013);
- Ha finanziato Cosa Nostra grazie all’opera di intermediazione svolta da Dell’Utri, fu raggiunto un accordo che prevedeva la corrispondenza da parte di Silvio Berlusconi, di rilevanti somme di denaro in cambio della protezione a lui accordata da parte di “cosa nostra” palermitana (Corte di Cassazione sentenza 643/2014, pagina 46);
- era iscritto alla P2, una loggia massonica e associazione a delinquere finalizzata all’eversione, con la cui tessera 1816
- auspicava il ritorno di uno Stato autoritario e il controllo del Governo sulla Magistratura.
Durante il mandato di Presidente del Consiglio ha realizzato leggi ad personam, per i propri interessi le più importanti tra le quali:
- Depenalizzazione del falso in bilancio (2002), eliminando alcuni suoi processi;
- Condono fiscale (2002), così Mediaset sanò con 35 milioni di euro un’evasione di 197 milioni, mentre con 1.800 euro lui sanò 301 miliardi di lire evasi;
- Legge ex Cirelli (2005), dimezzando la prescrizione delle persone incensurate fece cancellare alcuni dei suoi processi;
- Legge Gasparri (2003-2004), che gli permise di preservare tre reti televisive in chiaro con un controllo diretto
- Lodo Alfano (2008) che permette la sospensione dei processi dei Presidenti di Repubblica, Camera, Senato e Consiglio.
Senza voler dilungarsi sulle “amenità” con cui ha condito la sua carriera di Presidente del consiglio, dalle battute sessiste, alle meschine figure fatte davanti agli occhi d’Europa e di tutto il mondo, quando faceva le corna nelle foto di rito dei leaders dei paesi europei, atteggiamenti che gli sono valsi un articolo sul Time che su un suo possibile ritorno sulla scena politica ne ricorda le 10 peggiori gaffe.
Potrebbe rappresentare una Repubblica che ha nell’antifascismo un suo valore imprescindibile uno che ebbe a dire: “Mussolini non ha mai ammazzato nessuno: mandava la gente a fare vacanza al confino” (11 settembre 2003, intervista a The Spectator)?
Ora noi che ci riteniamo uomini di sinistra, che siamo stati militanti e sostenitori dei partiti comunisti, socialisti, antifascisti o semplicemente di movimenti progressisti siamo fermi oppositori di una tale candidatura che offende lo spirito della nostra costituzione, e tutti i valori morali che la ispirano.
Siamo indignati anche con chi come lei non riesce proprio a proferire le giuste parole per rigettare con sdegno una simile candidature, qualsiasi leader di un partito progressita-moderato avrebbe fatto meglio di lei, la cui unica preoccupazione è stata quella di preoccuparsi di garantire lunga vita al governo Draghi.
L’Italia deve avere un presidente della Repubblica degno della massima stima con riconosciuti valori ideali e morali che sappia rappresentare il nostro paese e sappia difendere la Costituzione nata dal sacrificio dei tanti veri patrioti che hanno sacrificato la loro vita per difendere la libertà
Immagine in evidenza Niccolò Caranti, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons (ritagliata dall’originale)