Adesione alla proposta di “minima&moralia” per l’abolizione di ogni forma di alternanza scuola lavoro
Lorenzo Parrelli aveva 18 anni, stava svolgendo l’ultimo giorno di tirocinio del cosiddetto stage di alternanza scuola-lavoro, tra il Centro di Formazione Professionale che frequentava e l’azienda Burimec di Lauzacco. È morto schiacciato da una trave. Il progetto di alternanza scuola-lavoro fu varato nel 2015 nell’ambito di quell’idea di “buona scuola” del governo Renzi.
Questo progetto ha nel tempo mutato il suo nome in PCTO (percorso competenze trasversali e orientamento); senza entrare nel merito del macchinoso e complesso funzionamento (diversa formazione a secondo della tipologia di istituto e diverso regolamento per i Centri di Formazione Professionali), ci sono da dire con chiarezza due cose:
- Nella maggioranza di queste esperienze formative si evidenzia la bassa qualità della formazione stessa, la mancanza di controlli sulla sicurezza, quando poi il tirocinio si trasforma in molti casi in vero e proprio lavoro prestato a titolo gratuito;
- Da troppo tempo i ministri e i governi che si sono succeduti insistono, ultimo in ordine di tempo il ministro Bianchi, sul concetto che la scuola deve formare per inserire nel mondo del lavoro.
Ma l’istruzione è strumento per il pieno sviluppo della persona umana e la scuola deve proporre un insegnamento che innanzi tutto formi i cittadini.
In passato anche a sinistra si sono studiate e proposte forme di collaborazione tra mondo del lavoro e scuola ma questa collaborazione non può trasformarsi mai in una subordinazione del diritto soggettivo all’istruzione alle esigenze del mercato e della produzione capitalista.
Come sostiene Marta Fana; “Classismo abietto è quello per cui uno studente del professionale deve imparare a stare solo in produzione, non sapere come funziona il processo produttivo, la tecnologia dietro gli strumenti, capire gli investimenti. Nulla per renderlo protagonista, al governo di quei processi.”
Ben venga quindi anche una discussione sulle modalità per inserire in un percorso di studio esperienze interne alla scuola di rapporto con il mondo del lavoro ma la scuola deve insegnare a studiare ed a impadronirsi dei saperi non a lavorare.
Come Associazione Parliamo di Socialismo aderiamo all’appello di “minima & moralia” per l’abolizione di ogni forma di alternanza scuola-lavoro, perché con la scusa del presunto inserimento nel mondo del lavoro in realtà gli studenti vengono istradati verso una forma di assoluta precarietà che è il primo passo in direzione dell’assuefazione allo sfruttamento di un mercato del lavoro ormai senza regole ne tutele. Oggi più che mai in questo vuoto di rappresentanza anche a livello parlamentare di chi dovrebbe difendere i lavoratori contro ogni forma di sfruttamento, c’è bisogno di unire le nostre forze e per restituire dignità a tutti i lavoratori e a tutti gli sfruttati non permettendo che lo sfruttamento si estenda ancor più di oggi ai giovani e a chi studia.
Link all’appello di “minima&moralia“
Link alla piattaforma change.org per sottoscrivere la petizione
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