«Un male è sempre minore di un altro susseguente possibile maggiore. Ogni male diventa minore in confronto di un altro che si prospetta maggiore e così all’infinito. La formula del male minore, del meno peggio, non è altro dunque che la forma che assume il processo di adattamento a un movimento storicamente regressivo, movimento di cui una forza audacemente efficiente guida lo svolgimento, mentre le forze antagonistiche (o meglio i capi di esse) sono decise a capitolare progressivamente, a piccole tappe e non di un solo colpo (ciò che avrebbe ben altro significato, per l’effetto psicologico condensato, e potrebbe far nascere una forza concorrente attiva a quella che passivamente si adatta alla “fatalità”, o rafforzarla se già esiste).»
[Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere, Quaderno 16 (XXII) § 25]
Nessuno di noi desidera vedere Giorgia Meloni in veste di Presidente del Consiglio di un governo di cui faranno parte Salvini (certamente), Berlusconi (forse), loschi figuri, lenoni, banditi, mafiosi, camorristi, e bande di sicari. Gli 88 folli. Profanatori di tombe. Individui empi e di incerta scolarità.
Tuttavia, non sarà cosa nuova: li abbiamo già visti: Berlusconi, Fini e Bossi, e Renata Polverini e Francesco Storace alla regione Lazio, e Gianni Alemanno Sindaco di Roma. Non siamo ancora morti.
Certamente, un voto “utile” in questa occasione farebbe morire definitivamente la speranza di una sinistra, non di governo, ma di opposizione, come siamo stati per moltissimo tempo e come possiamo tranquillamente continuare a essere.
I danni peggiori ci sono venuti dal fuoco amico e dai voti utili.