Tutte e tutti! C’erano tutte e tutti! Antonio, ucciso dal fascismo in carcere; Rosario e Carla; Teresa Gullace; Giorgio, il cui padre fu assassinato dai sicari fascisti; Luigi, Gallo; Palmiro, Ercoli; Giacomo, sequestrato e ucciso dagli squadristi; i Rosselli, quelli dell’”oggi in Spagna, domani in Italia”; Carlo e Carla, già Presidenti dell’ANPI; Lucia, la sua insostituibile Lucia; li ho visti, oggi e, forse, sarà l’età, o forse l’emozione di averli visti, ne dimentico altre e altri (ma ho notato anche Gino, il padre del nostro compagno Sandro). Ma oggi erano nella Sala della Protomoteca in Campidoglio per salutare per l’ultima volta Mario Fiorentini.
Erano confusi fra una grande folla di donne e di uomini; non credo che fossero tutte e tutti comuniste e comunisti; ma un elemento in comune c’era di certo: l’antifascismo. Una grande manifestazione antifascista! E antifascismo vuol dire solidarietà, sguardo sui subalterni, apertura al dialogo e alla comprensione, all’inclusione, costruzione della democrazia, difesa della Costituzione!
Ha detto il figlio di Mario che suo padre ha avuto tante passioni, e fra queste quella per il Partito. Per chi ha una certa età e ha fatto un minimo di militanza politica, parlare di Partito significa parlare del Pci. Mario era appassionatamente comunista, appassionatamente legato al Partito.
Sono state ricordate le sue imprese di partigiano, il suo impegno di docente di matematica, il suo essere appassionatamente padre e nonno. Facile dire: un esempio da seguire! Chi non si è mai chiesto: cosa avrei fatto al posto suo? Sarei stato capace di lanciare una bomba contro i nazisti davanti al carcere di Regina Coeli e poi scappare in bicicletta? Avrei avuto il coraggio di farmi paracadutare sul territorio occupato dal nemico dopo la liberazione di Roma?
Il nipote ha sottolineato l’oppressione del regime contro il quale il nonno combatté tenacemente. Credo che, in qualche modo, ci fosse nelle sue parole un richiamo al presente o, in termini profetici, al futuro prossimo. E quasi a scacciare le nuvole tempestose dai pensieri delle e dei presenti ha invitato ad intonare “Bella ciao!”. L’abbiamo cantata di nuovo, alla fine. Diventerà il canto di una nuova Resistenza alla quale dobbiamo chiamare soprattutto le e i giovani, proprio come faceva Mario che si spendeva in spostamenti fra le scuole per discutere con le giovani generazioni.
Ci ho pensato e mi sono convinto: questa mattina si era ricreata la stessa situazione così magistralmente rappresentata da uno degli artisti di cui Mario era grande amico: Guttuso. Sembrava proprio di essere dentro “I funerali di Togliatti”.
Addio Mario! Qualcuno ha detto che Roma ti dedicherà una sua via! Non basta; Roma, e l’Italia intera, così poco propensa a fare della memoria un patrimonio di conoscenza e di crescita intellettuale e morale, nonché civile, non può limitarsi alla intitolazione di una strada o di una piazza. Serve qualcosa di più! Anche un edificio scolastico, è stato detto. Non basta!
Se la vista è l’organo che mette in relazione la realtà con l’intelletto, allora che si forniscano, soprattutto alle giovani generazioni, le parole di Mario da studiare, da discutere, da rendere patrimonio comune di chi ama la libertà e per la sua difesa vive. Questo si dovrebbe fare in un edificio scolastico a lui intitolato e in tutti gli edifici scolastici italiani.
Se lo avessi proposto a Mario dicendogli che ci serviva del tempo per realizzare un simile progetto, mi avrebbe risposto, come faceva ogni volta che si discuteva di scuola e di progetti per le scuole: “No, adesso!”.
Allora adesso! Senza perdere tempo (lo ha ricordato anche il nipote)!
Per Mario affinché la sua memoria viva!
Crediti: in foto Lucia Ottobrini e Mario Fiorentini, tratta dalla pagina dell’A.N.P.I. di Roma