“ Vogliamo ricostruire quel tessuto di militanti su cui si è basato il rapporto capillare con la gente, “rapporto capillare” che è l’unico modo per avere una feconda fusione di idee, confrontando le reciproche esperienze e conoscenze, ricreando un approccio comune alla partecipazione, ormai quasi completamente sparita, fondamentale per il rilancio della politica stessa. Vogliamo “salire in politica“, quella vera, quella di individui che, insieme, edificano un agire comune, con il solo fine di mettersi in gioco per costruire un mondo migliore. Questa è la sola politica che conosciamo.”
Dal nostro documento politico “Parliamo ancora di Socialismo” costitutivo della nostra associazione.
Nelle riunioni che si sono svolte in questi mesi tra associazioni e partiti di sinistra per le elezioni del comune di Roma, quello che più si è evidenziato è stata una ricerca e una difesa della propria identità senza rendersi conto della situazione che stiamo vivendo o meglio che la sinistra è ormai diventata sempre più un soggetto senza un progetto politico su cui identificarsi e chiamare soprattutto quella parte della società, oramai la maggioranza, che vive in una precarietà cronica.
Chi ha il lavoro lo perde, chi non ce l’ha non lo trova. L’unico lavoro è quello sotto pagato senza diritti, schiavismo. Le cronache di questi giorni lo confermano. La nostra partecipazione aveva ed ha un solo obbiettivo: ricostruire la sinistra come soggetto politico egemone e a questo non rinunciamo.
Durante le riunioni con partiti e associazioni di sinistra, con l’obbiettivo di costruire un programma per le amministrative del Comune di Roma per poi arrivare ad una candidatura a sindaco, ciò non è emerso non è emersa la volontà, di voler aggregare riunire quella sinistra sempre più disgregata ma soprattutto in continuo conflitto con se stessa.
La necessità e l’importanza di un programma che definisca un candidato è stato il nostro punto di partenza e di riferimento in tutti questi mesi, riscontrando da parte di tutti però solamente la necessità di avere un candidato: ognuno il suo. Senza una traccia o proposta di programma per andare a governare una città come Roma. Paradossalmente le elezioni amministrative del comune di Roma sembrano più un ostacolo che una possibilità per la sinistra.
Dobbiamo quindi andare oltre le elezioni amministrative o politiche che siano per la RICOSTRUZIONE della sinistra, perché oggi di questo si tratta. Un grande lavoro che non si può fare da soli, sarebbe un grave errore strategico, ma coinvolgendo tutti. Bisogna tenere assolutamente conto che in questo contesto fughe in avanti sarebbero un ostacolo. Affrontare questo percorso significa avere coerenza rispetto a quanto spesso diciamo o affermiamo, una grande capacità critica che ci permetta di ricostruire un pensiero che dovrà avere la capacità di trasformare e cambiare questa società profondamente ingiusta.
La nostra associazione vuole continuare su questo percorso convinta che alternative non ce ne sono. Dobbiamo fermare quelle politiche che hanno reso la nostra vita sempre più precaria fino a far diventare la precarietà la normalità. La semplice protesta non basta più. La ricostruzione della sinistra deve essere l’obbiettivo di chi vuole cambiare questa società con il confronto ma anche con la ricostruzione delle vertenze riprendere la lotta. Un impegno grande ma necessario.
Continueremo su questa strada.
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