Osservando con attenzione la foto che correda la quinta puntata della ricerca sui manuali di storia dell’epoca fascista si noterà (lo ha fatto notare il compagno Del Fiacco) che l’ultimo studente a destra della seconda fila indossa abiti borghesi a differenza di tutte e di tutti gli altri che sono in divisa. Perché? Quella mattina voleva fare l’anticonformista oppure voleva manifestare opposizione rispetto all’obbligo della divisa, voleva, in sostanza, manifestare il suo antifascismo? Forse non lo sapremo mai a meno che la foto non capiti sotto lo sguardo di parenti di quel giovane che potrebbero dirci qualcosa in più. Oppure, ci stiamo sbagliando di grosso e magari si tratta di qualcuno a cui era consentito vestire diversamente dalle altre e dagli altri. Comunque, in presenza del dubbio, proponiamo a chi ci segue un racconto scritto da Alessio Zambardi (conosciutissimo libraio in zona Centocelle nonché vivace autore e protagonista di monologhi teatrali), che ne autorizza la pubblicazione soltanto per il nostro blog, corredato da una foto il cui significato richiama molto da vicino quello che potrebbe avere la foto da cui abbiamo preso le mosse. Siamo nel 1936, in Germania: il nazismo è al potere da tre anni. E succede quello che è fissato dal fotografo e raccontato da Alessio.

Parliamo di socialismo

AUGUST

di Alessio Zambardi

Eh, beati voi.

Un po’ vi invidio, sapete?

Beati voi, dico, perché non avete di questi problemi.

Certo, magari ne avrete altri, ma chissà che importanza gli date.

Perché io ho un problema. Forse grave.

Mi chiamo August, e sì: ho un problema grave.

Non so come dirlo.

Scusate, sono un po’ in imbarazzo.

Non so nemmeno se è il caso di dirlo, però… ecco… a me… non mi si alza.

Ecco, l’ho detto. Vi prego però di non spargere la voce. Vi prego.

Ma proprio non ce la faccio, a farlo alzare. Non ce la faccio io e non ce la fa lui.

–         Dottore, è grave? – gli ho chiesto.

–         Beh, non necessariamente, ma alla lunga potrebbe crearle qualche complicazione. Metta caso si venisse a sapere…

Lo vedete? Ecco perché non dovete spargere la voce.

Ne ho parlato pure con mia moglie e lei mi ha detto:

– Embè? Manco a me! E allora?

Mia moglie. Come faccio a non amarla?

Eh, beati voi.

Un po’ vi invidio, sapete?

Beati voi, dico, perché non avete di questi problemi.

A voi vi si alza.

Come fate?

Non avete mai, che ne so, un’incertezza? Un tentennamento? Un dubbio? Un’esitazione?

Pare di no, a quanto vedo.

Eppure…

Eppure basta guardarvi bene…

Ma la volete sapere una cosa?

Basta guardarvi bene per cambiare idea!

Ma dimmi tu: uno pensa di avere un problema, poi vi guarda, e quel problema non esiste più.

Dunque non vi invidio. No.

Che brutta, l’invidia.

E vi prego – guardate cosa arrivo a dire – spargete bene la voce, urlate a destra e a manca, in modo che si sappia in giro: 

–         Ad August non gli si alza!

Non mi si alza? E vabbeh, pazienza. Ce ne saranno altri come me, forse sarà un po’ difficile trovarsi, ma una volta trovati…

Quindi, vi dirò… sono pure contento.

Ma sì, ma sì, sono contento, sono felice.

Sono felice perché per quanto io mi possa impegnare, per quanto io mi possa sforzare, per quanto io possa mettercela tutta, a me, August Landmesser, ‘sto braccio destro… non mi si alza!

Nota dell’Autore:

Il signore che vedete in questa foto si chiamava August Landmesser.

Ho già parlato di lui in altre sedi e in altri contesti (che forse riproporrò in futuro).

Non volevo scrivere sugli indifferenti ma sui non-indifferenti, cioè sui differenti. E lui ne è un esempio concreto.

La prima volta che ho visto questa foto stavo ad un museo a Berlino.

Sarò rimasto lì davanti almeno un quarto d’ora.

Mandato a morire in prima linea in Russia, è stato uno dei tanti fino all’inizio degli anni ’90, quando è spuntata fuori questa foto (che invece, se non ricordo male, è stata scattata nel ’36).

Provate a pensare alla figlia: ormai adulta, nel vedere la foto in televisione e sulle riviste, ha potuto urlare al mondo, con un orgoglio che non riesco nemmeno a immaginare,

– Quello è il mio papà!

Dalle altre vecchie foto che ha mostrato sembrano proprio non esserci dubbi: è August Landmesser, il suo papà.

Prima che venisse spedito in Russia, ovviamente.

Per i crediti sulle foto: sono tratte tutte da Wikimedia Commons rilasciate con licenza Creative Commons, in particolare l’ingrandimento di August Landmesser è stato elaborato dall’Artista visuale Madelgarius (CC BY-SA 4.0)

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